Con una popolazione sempre più anziana gli interventi di protesizazione al ginocchio sono in aumento costante da una decina d’anni; uno dei principali motivi per cui si ricorre a tale pratica chirurgica è il dolore che deriva dalla perdita della normale congruenza delle superfici articolari, con lesioni a carico del rivestimento cartilagineo, la cui funzione è proprio quella di rendere levigate e scorrevoli tali superfici. Le patologie che possono portare a questa condizione sono: l’artrite, che comprende sia le forme a probabile origine meccanica (conseguenti ad alterazioni strutturali congenite), sia le forme degenerative (gonartrosi idiopatica), sia le forme acquisite (necrosi ischemiche, traumi, osteoporosi). Altre frequenti cause sono le artriti infiammatorie (artrite reumatoide, psoriasica, ecc.) oppure per traumi stradali o infortuni sul lavoro. Dopo l’intervento di applicazione della protesi al ginocchio, il periodo post-operatorio si compone di diverse tappe obbligate, che servono a una pronta guarigione e alla ripresa delle normali attività quotidiane. Di seguito, verrà descritto il percorso di recupero, dopo l’impianto di una protesi totale (bicompartimentale o tricompartimentale) fino alla sua completa guarigione utilizzando il macchinario pilates reformer. Tuttavia, non va dimenticato che la protesi parziale richiede tempi di guarigione più brevi e che ogni paziente è un caso a sé stante. Prima dell’intervento è consigliato fare un programma di rinforzo dei muscoli che verranno coinvolti nell’operazione: quadricipite, flessori del ginocchio, polpaccio e tibiale anteriore.
I PRIMI GIORNI. La soluzione considerata migliore per il paziente appena operato è la ripresa immediata del movimento (anche nel giorno stesso dell’operazione), da effettuarsi, ovviamente, con l’aiuto delle stampelle o del girello ascellare. Già dal primo giorno viene consigliato di effettuare piccoli movimenti della caviglia e del ginocchio in flessione ed estensione; è importante non tenere nessun supporto (cuscino) sotto al ginocchio in modo che si instauri un deficit di estensione. Il ricovero ospedaliero è, quindi, breve (una/due settimana circa) e serve come misura precauzionale. Le attenzioni maggiori sono rivolte alla ferita suturata, per evitarne l’infezione. Il dolore post-operatorio è uno dei disturbi che caratterizza questa fase. Tuttavia, esso rappresenta un passaggio obbligato, durante il percorso di guarigione, ed è normale avvertirlo. Se ci si attiene, con scrupolo, ai consigli del medico e dei fisioterapisti, la sensazione dolorosa si esaurisce normalmente in poco tempo. Un discorso molto simile vale anche per la continua sensazione di stanchezza. Anch’essa non deve preoccupare, in quanto è la naturale conseguenza di un intervento chirurgico, come quello di protesi al ginocchio. La stanchezza comincerà a svanire via via che la ferita e i tessuti muscolo-legamentosi rimarginano.
I TEMPI DI RECUPERO. Dipendono dall’età del paziente, stato di salute generale del paziente, tipo di protesi utilizzata, precedenti interventi alle ginocchia. Il paziente deve far uso delle stampelle, o del deambulatore, per un periodo lungo circa 3-6 settimane. Questo è il tempo che serve alla ferita e all’apparato muscolo-legamentoso per guarire e tornare alla normalità. La ripresa delle normali attività avviene normalmente dopo 3 mesi. Tra le normali attività è compresa anche la pratica sportiva (massima cautela), con l’eccezione di tutti quegli sport in cui c’è il pericolo di eseguire movimenti estremi o subire cadute. Pertanto, si sconsiglia, di praticare calcio, sci, equitazione, rugby ecc. La piena guarigione richiede uno-due anni: questo è il tempo che serve alla cicatrice e ai muscoli per rinsaldarsi ed adattarsi alla nuova anatomia. Nella seguente tabella, si riassumono i tempi medi per il ritorno ad alcune attività quotidiane più comuni. Si può riprendere a guidare dopo 4-6 settimane dopo l’operazione, 6-12 settimane dopo l’operazione per tornare al lavoro(dipende dalla mansione svolta). Per i primi 2-3 mesi è bene evitare i lavori domestici più pesanti, in cui si sollecita maggiormente l’articolazione. I lavori più leggeri posso svolgersi dopo poco tempo. Bisognerà attenersi scupolosamente ai controlli post-operatori programmati con il medico ortopedico per monitorare la riuscita dell’impianto.
LA RIABILITAZIONE. La riabilitazione ha un ruolo fondamentale per recuperare, nei tempi appropriati, una buona mobilità articolare. Il percorso riabilitativo, che comincia già 24-48 ore dopo l’operazione, consiste in un programma di esercizi da eseguire in ospedale. Alla dimissione dall’ospedale il paziente deve seguire un percorso riabitativo che consenta la completa ripresa della funzione dell’arto operato; con il metodo Pilates Reformer è possibile riabilitare efficacemente il ginocchio riducendo i tempi di recupero, a prendersi cura del paziente è un fisioterapista, che mostra quali esercizi svolgere, correggendone eventuali errori di esecuzione.
Com’è fatto il pilates reformer? Il reformer è un apparato indispensabile alla pratica del pilates. Si presenta come un carrello mobile (carriage), provvisto di uno schienale con cuscino, è scorrevole per mezzo di ruote su due binari fissati ad un telaio. Davanti il carrello è collegato ad alcune molle che agiscono come resistenza (a vari livelli di intensità) attaccate al telaio sul lato opposto; in questo modo il carico che andremo a dare sul ginocchio operato sarà sempre graduato. La riabilitazione è un momento importante, non solo per il recupero fisico, ma anche per quello psicologico. La sensazione di dolore, patita all’inizio del percorso di recupero, può sconfortare il paziente, ma il sostegno, offerto dalle persone attorno a lui, può aiutarlo a superare tali difficoltà.
I BENEFICI E I RISCHI DELL’INTERVENTO. La maggior parte delle protesi al ginocchio è impiantata con successo e i benefici che ne conseguono sono evidenti; è un intervento definito di routine. Tuttavia, come ogni operazione chirurgica, anche questa può presentare delle complicazioni: episodi che colpiscono un paziente operato su 20.
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